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I finanziamenti alle imprese in Italia

Avviare un’attività di impresa non costituisce un procedimento privo di difficoltà. Spesso sono soprattutto i giovani che, per quanto dotati di forza di volontà e indiscusse capacità, non riescono a reperire gli strumenti adatti a seguire questa strada difficoltosa.
 
A seguito di questi dati di fatto, le istituzioni italiane dispongono incentivi di carattere economico o finanziario ad attività nuove o ancora oggetto di costituzione, tenendo in particolare considerazione i progetti di impresa inoltrati da giovani aspiranti imprenditori. A questo riguardo, è importante citare il ruolo assunto dai fondi strutturali.
 
Quali attività sono soggette a questo tipo di finanziamento? La legge 236/93 pone in essere la possibilità di concedere prestiti agevolati – ovvero sia contributi a fondo perduto che mutui a tasso agevolato – ad attività imprenditoriali fondate da giovani decisi a svolgere la propria attività nei seguenti settori: 
  • agricoltura;
  • turistico;
  • ambientale;
  • di manutenzione di opere;
  • innovazione tecnologica;
  • beni culturali;
  • servizi del settore terziario;
  • trasformazione dei prodotti agricoli.
La legge in questione è a vantaggio esclusivo della creazione di nuove imprese, fattore che esclude dai possibili oggetti di finanziamento ammodernamenti, ampliamenti e ristrutturazioni  di attività già avviate.
 
Le regole alla base della concessione dei finanziamenti vogliono che, al fine di poter presentare la domanda, sia necessario sviluppare un business plan di corredo alla richiesta.
 
Un’altra norma che si situa in parallelo alle leggi 95/95 e 236/93 è rappresentata dalla legge 135/97, il cui fine è promuovere con incentivi le iniziative di impresa a conduzione giovanile nel settore agricolo.
 
Al contrario della legge 95/95 – la quale rende disponibili prestiti per le imprese (anche agricole) solo in caso esse siano neocostituite - la 135/97 prevede che  possono procedere alla richiesta delle agevolazioni determinate anche chi rientra nelle seguenti categorie:
  • giovani imprenditori del settore agricolo a titolo principale;
  • ragazzi e ragazze che succedono ad un parente entro il secondo grado nella gestione dell’impresa agricola, con le responsabilità civili e fiscali della conduzione.
La legge sopracitata concede perciò agevolazioni solo ad attività già avviate, i cui titolari debbono avere un’età variabile dai 18 ai 35 anni e risiedere nei territori soggetto di finanziamenti. 
 
La legge 135/97 prescrive finanziamenti per  le spese di investimento e gestione – oltre ai costi dei servizi reali - nella parte iniziale. Le spese di investimento tipiche sono rappresentate dai ricoveri per le bestie, dalle serre e dai fienili, oltre che dagli impianti di trasformazione e di approvvigionamento dell’acqua, con relative cisterne. Non sono invece compresi gli esborsi per la compravendita di terreni e al fine di costruire immobili di tipo rurali non legati all’attività imprenditoriale.
 
Le spese di gestione, viceversa, sono costituite dalle materie grezze e dai semilavorati, oltre agli acquisti di prodotti finiti utilizzati nel ciclo di produzione dell’azienda, i prodotti inerenti all’attività commerciale e così via.
 
Ai giovani neoimprenditori si offre un contributo di consulenza alla progettazione totalmente gratuito, di vitale importanza per lo sviluppo del futuro business plan. Senza contare che, previa l’approvazione del project, sono disponibili ai richiedenti concessioni di servizi di tutoring e formazione contestuali alla fase di avvio dell’investimento.
 
Per poter disporre delle agevolazioni elencate è necessario presentare una domanda con allegate due copie dello “studio di fattibilità” del proprio progetto. Altre documentazioni da presentare comprendono la certificazione della disponibilità delle terre di proprietà, i certificati in ambito catastale dei terreni dell’azienda, il certificato antimafia e, per finire, quello di residenza. Non esistono, ad oggi, termini di scadenza per presentare la propria domanda.